Relitti di barche e motopesca utilizzati per il trasporto di migranti clandestini giacciono lungo la spiaggia tra Portopalo e Marzamemi e risalgono a trascorse stagioni di maggiore afflusso lungo la riviera iblea. Dopo tanto tempo costituiscono una fonte di inquinamento ambientale e di pericolo per la salute pubblica. Alcune imbarcazioni si trovano di stato di sommersione e di insabbiamento, tali da prefigurare un alto costo per la loro rimozione oltre che rappresentare causa di rilascio nell’ambiente di sostanze nocive e tossiche, anche perché molte sono state negli anni bruciate. Legambiente di Pachino ha più volte sollecitato le autorità a intervenire ricordando le diverse disposizioni normative che in materia, dal Codice della navigazione al Regolamento della navigazione marittima al decreto del 2003 sull’obbligo di romizione delle imbarcazioni abbandonate, sono state emanante: non ultimo il decreto legislativo del 2006 che, come ha statuito la Corte di Cassazione, qualifica rifiuto quelle parti del relitto (sostanze, prodotti, materie) derivanti dalla demolizione, anche naturale per abbandono, destinate alla raccolta ed allo smaltimento.