Il segretario provinciale del Pd Giovanni Denaro ha oggi pomeriggio diffuso una nota nella quale giudica “di assoluta gravità le accuse relative alle informazioni di garanzia che hanno raggiunto esponenti politici vittoriesi impegnati, a vario titolo, nelle elezioni amministrative. Frattanto, manifesta vicinanza al sindaco uscente di Vittoria Giuseppe Nicosia, al candidato sindaco Lisa Pisani e a Fabio Nicosia. Il Pd, rinnovando la piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspica che venga fatta rapidamente chiarezza”. Di quasi uguale tenore la nota del segretario di Vittoria del Pd Francesco Cannizzo: “Il Pd di Vittoria esprime fiducia nel lavoro della magistratura e vicinanza al sindaco Giuseppe Nicosia, al candidato sindaco Lisa Pisani e a Fabio Nicosia. Il Pd è certo che sapranno fare chiarezza rispetto ai fatti contestati nelle informazioni di garanzia. È interesse di tutte le persone coinvolte e dell’intera comunità vittoriese che la Procura compia tutte le verifiche possibili al fine di accertare la verità. Al sindaco Giuseppe Nicosia, al candidato sindaco Lisa Pisani e a Fabio Nicosia, il Pd rinnova la propria stima e fiducia, nella speranza che si giunga ad una rapida conclusione delle indagini”. La differenza consiste nel fatto che mentre Denaro giudica le accuse di assoluta gravità, muovendo così un pesante accatto alla magistratura, Cannizzo auspica che gli inquisiti possa dimostrare la loro estraneità alle accuse.
Mancano fino a questo momento le prese di posizione ufficiali dei candidati al ballottaggio Francesco Aiello e Giovanni Moscato, anche loro, insieme con gli altri sette tra amministratori, candidati a sindaco, consiglieri e mancati eletti, raggiunti da avvisi di garanzia per voto di scambio. Avrebbero promesso posti di lavoro e appalti al clan Carbonaro-Dominante persino durante questa campagna elettorale.
Fra gli indagati il sindaco uscente Giuseppe Nicosia. Insieme con lui il fratello Fabio. Gli altri sono la candidata a sindaco Lisa Pisani, Cesare Campailla e Raffaele Giunta, candidati al Consiglio, Maurizio Di Stefano e Raffaele Di Pietro. Le indagini della Dda di Catania sono partite dalle rivelazioni di due pentiti, Biagio Gravina e Rosario Avila, che hanno fornito particolari su accordi politico-mafiosi risalenti alle ultime due tornate amministrative investendo pienamente soprattutto Nicosia.