Gli ecomusei, istituiti in Sicilia con una legge del 2014, sottendono una partecipazione della cittadinanza alla gestione dei beni e delle risorse culturali. Con la nomina del comitato scientifico, la Regione ha dopo cinque anni dato il via all’applicazione della legge. Una legge che però ha suscitato pochissimo interesse, anche a livello nazionale, per il senso astratto e fumoso che la ispira. Il limite massimo è costituito dal fatto che, rendendo i Comuni artefici, ha una valenza circoscritta al solo territorio comunale, dimodoché la tutela di un corso d’acqua come l’Irminio, che attraversa più Comuni, sarà massima a Ragusa (dove si vive con molta enfasi l’istituzione dell’ecomuseo “Carat”) e inesistente in quelli confinanti. Altro difetto di fabbrica della legge è l’esautoramento che implica degli assessorati comunali di riferimento, dal momento che le competenze dell’ecomuseo sono quelle istituzionali di ogni Comune, che può ben coinvolgere la popolazione nel rilancio del proprio patrimonio paesaggistico e culturale, facendo da ecomuseo.