Completati i lavori nell’abside della chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, è nata la questione, sollevata dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo, di riportare nella sua destinazione originaria il dipinto del Caravaggio “Seppellimento di Santa Lucia” che si trova oggi nella chiesa di Santa Lucia alla Badia. Le condizioni di stabilità climatica sono state uniformate, ragione per cui la preziosa tela non dovrebbe subire danneggiamenti. Ma è opportuno trasferire alla Borgata il capolavoro del Merisi che gode oggi di una visibilità ben maggiore, nel cuore di Ortigia? La domanda richiama una polemica recidivante e mai giunta a una soluzione condivisa. Quella trovata al momento del trasferimento ha però in questi anni mantenuto un equilibrio duraturo: alla Badia è andato l’originale e al Sepolcro è stata affissa una copia preziosamente ricostruita che i visitatori ammirano con gli stessi occhi e della cui esistenza sono all’oscuro anche studiosi locali come Enzo Papa, come dimostrò in un articolo apparso l’anno scorso su La Sicilia di Siracusa. Se la richiesta di Vinciullo e l’aspettativa della Borgata di riavere il dipinto fossero accolte, non si capisce allora perché “L’Annunciazione” di Antonello da Messina, custodita al Bellomo, non debba tornare nel suo sito originario, cioè nella chiesa dell’Annunziata di Palazzolo Acreide dove è stato fino al 1906: a maggiore ragione peraltro, perché la tela su legno antonelliana fu portava a Siracusa con la scusa che richiedesse un intervento di restauro, compiuto in qualche modo il quale è però rimasta fino ad oggi nel capoluogo. La decisione sul Caravaggio spetta alla Sovrintendenza. Alla quale mette capo di non usare due pesi e due misure sull’onda magari di qualche pressione politica o popolare.