Ha una “personalità non armonica” ma è “capace di intendere e di partecipare al processo”. Sono confermate le anticipazioni sulla perizia psichiatrica su Veronica Panarello. L’accertamento è stato disposto dal Gup di Ragusa davanti alla quale la donna è sotto processo con l’accusa di avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, e di averne poi occultato il cadavere nel canalone di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina, il 29 novembre del 2014. Ora dunque è si apre l’ipotesi di una sentenza di condanna, che potrebbe arrivare fino a 30 anni di reclusione.
Il gup di Ragusa, Andrea Reale, ha infatti dato tempo fino a lunedì ai periti, Roberto Catanesi, ordinario di psicopatologia forense all’università di Bari ed Eugenio Aguglia, professore ordinario di psichiatria all’università di Catania. E fonti vicino all’accusa dicono che è già pronta la richiesta per la mamma: “Da condannare a 30 anni di carcere”.
In vista dell’udienza davanti al gup, fissata per il 20 giugno, si saprà dunque se la donna, quando ha ucciso il figlio Loris, 8 anni, era capace di intendere e volere oppure se eventuali malformazioni al cervello possano aver condizionato la sua condotta. E nel corso della stessa udienza saranno ascoltati anche i periti psichiatrici.
La difesa di Veronica sembrava infatti basarsi anche sulla “follia”. Secondo la sua difesa sarebbe da accertare se presenta malformazioni congenite al cervello che possano aver minato la sua capacità di intendere e di volere oppure se ha ucciso pienamente consapevole (e dunque processabile).
Ma come detto proprio la perizia psichiatrica ha smentito tali malformazioni.