Il prefetto dipende dal Viminale, dal quale prende ordini. Luigi Pizzi, prefetto di Siracusa, non poteva dunque ignorare la disposizione di proibire gli assembramenti alle portinerie della Lukoil di Priolo. Ma ha sbagliato due volte: accampando ragioni di ordine pubblico ed esultando al rigetto del ricorso al Tar della Cgil. Non possono esistere a Priolo motivi di ordine pubblico maggiori di quelli che interessano la Val di Susa dove il Viminale si guarda bene dal vietare raduni, anche perché gli “assembramenti” alla zona industriale sono in realtà manifestazioni sindacali del tutto legittime e legali. Non si può salutare con toni perentori e soddisfatti un provvedimento del Tar (che è solo un primo giudizio), zittendo le “inutili polemiche” con un comunicato stampa ufficiale intriso di orgoglio: anche perché il prefetto, figura istituzionale super partes chiamata a comporre vertenze anziché alimentarle, offrendo un tavolo di trattativa e la propria mediazione, rappresenta anche quegli operai dell’indotto che pretende non debbano radunarsi. Tira aria di Ventennio, Russia a parte.