All’art. 4 lo statuto del Cumo di Noto, nato nel 2001 ed enfaticamente battezzato Consorzio universitario Mediterraneo Orientale, stabilisce che l’ente non ha fini di lucro. Di più: nessuno dei trenta articoli fa riferimento ad assunzioni di personale, stipendi, indennità e vantaggi di qualsiasi tipo in capo ai componenti degli organi. Il Cumo nacque per iniziativa dei soci fondatori (i Comuni siracusani di Noto, Avola, Rosolini, Portopalo e Pachino, la Banca di credito cooperativo di Pachino e per qualche ragione il Cenacolo domenicano di Solarino) allo scopo di promuovere gli studi universitari attraverso la convenzione con un ateneo che è stato poi indicato in quello di Messina.
Lo statuto ha previsto una pletora di organi che confondono incarichi e compiti ma è chiaro nell’escludere qualsiasi forma di compenso, sulla base non statutaria che gli incaricati dai soci fondatori di ricoprire i ruoli d gestione del consorzio svolgessero le loro mansioni, quanto alle funzioni amministrative, negli orari di lavoro osservati già nell’ente di cui fossero dipendenti.
Ma così non è stato, soprattutto per quanto riguarda i membri del Consiglio di amministrazione. A vedere infatti il sito del consorzio, la pagina dedicata all’amministrazione trasparente riporta la voce dei compensi degli amministratori che però non sono visionabili perché il link è reso inaccessibile, così come quasi tutte le pagine che riguardano appunto la pubblicazione per legge degli atti del Cumo.
Risulta tuttavia dimostrato che una forma di retribuzione sotto forma di indennità è stata senz’altro prevista a vantaggio sicuramente degli amministratori. Ma pare che anche gli addetti a funzioni esecutive e non di indirizzo godrebbero di loro compensi che andrebbero da dodicimila a ventiseimila euro lordi annui. Si tratta di funzionari, come il segretario generale, che è anche direttore generale, e il ragioniere generale che sono dipendenti dei Comuni i cui sindaci li hanno designati: Sebastiana Cartelli, segretario generale a Noto, e Carmelo Lorefice,visegretario generale e responsabile dei Servizi finanziari del Comune di Rosolini.
Il caso più significativo riguarderebbe la segretaria amministrativa indicata dal Cenacolo domenicano di cui era dipendente. Avendo l’ente religioso cessato lo svolgimento di corsi di formazione e non potendo più adempiere alla retribuzione della propria addetta, il Cumo avrebbe così proceduto alla prima vera assunzione a tempo pieno con uno stipendio che si aggirerebbe intorno ai 46 mila euro l’anno.
Ma non tutti gli organi del consorzio approvano questa condotta che sta invalendo nel Cumo sicché si hanno i primi mal di pancia. Finora l’ente è stato visto come un prestigioso posto di sottogoverno. Sono ancora vive ad Avola le polemiche sull’avvicendamento operato dal sindaco Luca Cannata tra Giuseppe Morale con Rosario Pignatello nell’incarico triennale di amministratore delegato.