La Giunta comunale di Noto ha approvato il 31 maggio la convenzione con una società palermitana, la Services & Advice srl, per la realizzazione del progetto chiamato Efian, acronimo di Experimental Fruition Ingenious Ancient Noto (che non si capisce perché sia stato concepito in inglese) in base al quale Noto Antica sarà cosparsa di installazioni multimediali intese a ricreare il sito distrutto dal terremoto del 1693 in maniera virtuale. La S&A (società che si occupa di elaborazione elettronica di dati contabili ed è priva di un sito web) è la capofila di una Rit che comprende le università di Palermo e Catania e la Siqilliya srl di Barcellona Pozzo di Gotto, impegnata in materia di restauri di opere d’arte. Ma in questo caso la Siqilliya interviene nel raggruppamento non certo per interventi di restauro giacché il progetto prevede un percorso meramente virtuale, senza che sia compiuta alcuna opera reale di conservazione e di restauro. Un’esposizione, anch’essa multimediale, è poi prevista nel Museo civico netino.
Il progetto (che avrebbe dovuto essere consegnato il 30 aprile scorso) è finanziato dal Miur per la somma di 357.796 euro, di cui è stata già liquidata la metà. Con la stessa cifra sarebbe stato possibile avviare un primo reale intervento di ripristino del sito medievale e classico più vasto della Sicilia, lasciato fino ad oggi in totale abbandono per colpa di un Comune che, firmando la convenzione con la Services & Advice, si è adesso spogliato della gestione diretta di Noto Antica e dell’Alveria la cui disponibilità, di fronte all’incuria degli enti locali, era comunque già passata allo Stato.
La convenzione comporta che la società palermitana, al suo primo e unico progetto, gestirà non solo il percorso multimediale ma anche la biglietteria, il trasporto da Noto dei visitatori in pullman e tutta l’attività di marketing. Al Comune spetterà il 10% dell’incasso ma nulla potrà opporre al tipo di gestione dal momento che il “comitato di garanzia” insediato da Palazzo Ducezio e composto dall’Isvna e dall’Archeoclub hanno solo potere consultivo e non decisionale. La convenzione, entrata in vigore il 31 maggio, sarà valida cinque anni e prorogabile.
I visitatori pagheranno un biglietto di ingresso (il cui costo sarà deciso da Comune e ditta appaltatrice) per vedere installazioni virtuali che molto più comodamente – e gratis – avrebbero potuto osservare su un sito web o al massimo nel solo Museo civico su un grande schermo. Che il turismo venga concepito a Noto come un surrogato multimediale potrebbe rivelarsi un grosso danno. Cosa ne sarebbe stato del duomo se, una volta ceduto, anziché ricostruirlo, si fosse pensato di installare tra i ruderi apparecchiature multimediali?
Che queste operazioni le compia e autorizzi il ministero della ricerca scientifica, consentendo che società per giunta non locali possano avviare business spiega molto circa l’idea di cultura e di turismo che va oggi invalendo. E che sia proprio Noto a dare la stura è proprio sconfortante.