L’umanitarismo ha un grande nemico che si chiama procedura. Si è visto a Vittoria, dove un uomo, dopo che il Suv ha travolto i bambini, è corso al vicino ospedale per chiamare un’ambulanza, dato che il 118 non rispondeva, ha visto il mezzo libero e l’autista pronto, ma si è sentito dire che doveva rivolgersi al 118. Chiunque abbia fatto esperienza con il 118 sa che, anche con un infarto addosso, deve fornire i propri dati, a volte anche il codice fiscale, prima di indicare dove si trova: una perdita di tempo che può risultare fatale. Se quell’autista fosse accorso senza la disposizione del 118 avrebbe infranto la procedura ma avrebbe compiuto un atto di soccorso anziché un’omissione pur ammessa e voluta da regolamenti e leggi. La procedura vuole che arrivando a un pronto soccorso non debba esserci una barella pronta a soccorrerti ma un addetto che accenda il computer e riempia una scheda per assegnarti un codice Triage. E’ stata necessaria una ragazza tedesca per avere prova di cosa sia un atto di umanitarismo quando possa costare una violazione della legge e conseguenze penali.